Salvataggio in mare con droni: simulazione a Brindisi
Droni al servizio della sicurezza in mare: non si tratta più di fantascienza, ma di una realtà sempre più concreta, come dimostrato dalla recente simulazione di salvataggio avvenuta a Brindisi.
Un drone, equipaggiato con tecnologie avanzate, ha individuato un naufrago in mare e gli ha consegnato un giubbotto di salvataggio, il tutto in tempi rapidissimi.
Un’evoluzione tecnologica con un grande potenziale
L’utilizzo di droni per il salvataggio in mare offre numerosi vantaggi. Innanzitutto, permette di raggiungere aree difficilmente accessibili con i mezzi tradizionali, come scogliere o zone con onde alte.
Inoltre, i droni possono sorvolare ampie zone in tempi brevi, aumentando le possibilità di individuare persone in difficoltà.
La simulazione di Brindisi
L’esercitazione, condotta da Unmanned4you in collaborazione con la Capitaneria di Porto di Brindisi, ha dimostrato l’efficacia di questa tecnologia.
Un drone DJI Matrice 350 RTK, dotato di camera Zenmuse H20N e dropping system con automatic Restube, ha individuato un naufrago a circa 200 metri dalla costa e gli ha consegnato un giubbotto di salvataggio in meno di due minuti.
È poi rimasto in overing sulla persona, trasmettendo in diretta alla centrale operativa della Guardia Costiera le immagini e le coordinate esatte, per favorire l’intervento dei soccorritori.
Non solo test
L’impiego di droni per le operazioni di salvamento in mare è già realtà in diverse parti del mondo.
In Australia, ad esempio, la società Westpac Little Ripper ha sviluppato dei droni dotati di una telecamera ad alta definizione e in grado di individuare potenziali pericoli come squali o coccodrilli, lanciare allarmi, comunicare con chi è in difficoltà e consegnare salvagenti o defibrillatori.
Sfide e ostacoli per l’utilizzo dei droni nel salvataggio in mare
Attualmente, la normativa specifica che disciplina l’utilizzo dei droni è in fase di elaborazione. È necessario un quadro normativo chiaro e preciso che definisca le responsabilità degli operatori, le zone di volo consentite, le procedure di sicurezza da seguire e le caratteristiche tecniche dei droni impiegati nel soccorso.
Inoltre l’acquisto e la manutenzione dei droni possono essere costosi, soprattutto per i modelli più avanzati dotati di tecnologie specifiche. Questo rappresenta un ostacolo per molte organizzazioni di soccorso, che potrebbero non disporre delle risorse finanziarie necessarie per l’acquisto e la gestione di questa tecnologia.
Oltre a questi aspetti, è necessario formare adeguatamente i piloti di droni per il soccorso in mare, in modo da garantire la sicurezza delle operazioni e l’efficacia degli interventi.
Un impegno costante su più fronti
Lo sviluppo e l’adozione di droni per il salvataggio in mare richiede un impegno congiunto da parte di diverse parti: enti governativi, aziende tecnologiche, organizzazioni di soccorso e cittadini. Superando le sfide e gli ostacoli sopra elencati, questa tecnologia innovativa ha il potenziale di salvare molte vite in mare e di migliorare la sicurezza in mare.
[Foto: BrindisiSera, FareVela.net, Trasporti-Italia]
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